Quando scegli un prodotto pensando all’ambiente, è naturale voler fare la scelta giusta. Ma tra sigle, simboli e slogan “green”, orientarsi non è semplice. Ecco perché abbiamo raccolto in questa guida i marchi più affidabili, le certificazioni più diffuse e qualche consiglio utile per evitare il rischio di… greenwashing.
Cosa significa davvero “certificato”?
Un prodotto sostenibile può riportare certificazioni ufficiali che garantiscono il rispetto di determinati standard ambientali, etici o biologici. Le certificazioni:
sono rilasciate da enti terzi e indipendenti,
hanno requisiti precisi e verificabili,
riguardano tutta la filiera, dalla produzione allo smaltimento.
Non basta quindi un packaging con foglioline verdi o parole come “naturale” per definire un prodotto sostenibile. Serve molto di più.
Le certificazioni più conosciute (e affidabili)
🌱 COSMOS / COSMOS ORGANIC
Marchio internazionale per cosmetici naturali e biologici. Verifica ingredienti, processi produttivi, biodegradabilità e packaging.
🍃 GOTS (Global Organic Textile Standard)
Certifica fibre tessili da agricoltura biologica. Assicura anche condizioni di lavoro e produzione etiche.
🐇 Cruelty Free / Leaping Bunny
Garantisce che il prodotto non è stato testato su animali.
♻️ Ecolabel UE
Etichetta ecologica dell’Unione Europea. Valuta l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita del prodotto.
🌍 Fairtrade
Assicura pratiche commerciali eque e condizioni di lavoro dignitose per i produttori nei Paesi in via di sviluppo.
Attenzione al greenwashing: cos’è e come evitarlo
Il greenwashing è una strategia di marketing in cui un’azienda si presenta come sostenibile… senza esserlo davvero. Succede quando si usano colori verdi, parole come “eco”, “natural” o “green” per convincere i consumatori, ma senza prove concrete o certificazioni ufficiali. Ce ne sono a migliaia dentro i supermercati: marchi blasonati che lanciano una “versione sostenibile” dei loro prodotti, spesso senza modificare realmente i processi produttivi. Una strategia pensata per attirare il pubblico più sensibile all’ambiente e far parlare di sé, senza un impegno reale verso la sostenibilità.
Come riconoscere il greenwashing?
Il prodotto parla di “ingredienti naturali” ma non riporta alcuna certificazione.
Si usano simboli simili a quelli ufficiali, ma non registrati né verificabili.
Il packaging è in carta, ma il contenuto è altamente inquinante.
Si parla solo di una parte del prodotto (es. “tappo riciclabile”) ma non del resto.
Un consiglio semplice
Cerca sempre il nome dell’ente certificatore. Se non è indicato chiaramente, è meglio approfondire prima dell’acquisto.
Come orientarsi: fidati ma verifica
Fare scelte sostenibili richiede attenzione, ma non deve essere un percorso complicato. Alcuni suggerimenti pratici:
Controlla l’etichetta: se ci sono certificazioni, devono essere riconoscibili e verificabili.
Leggi la lista degli ingredienti o dei materiali.
Preferisci prodotti con filiera trasparente: quelli che raccontano da dove arrivano le materie prime e come sono realizzati.
Informati sul brand: guarda il sito, leggi le domande frequenti, cerca recensioni affidabili.
In conclusione
Le certificazioni sono uno strumento importante per aiutarti a fare acquisti più consapevoli. Ma non sono tutto: servono trasparenza, coerenza e anche un po’ di buon senso. Scegli prodotti che raccontano una storia vera, che rispettano chi li produce, chi li usa e l’ambiente che ci circonda.
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